
Uova di cemento, 1994
Cemento, guscio d’uovo. Ph© Giorgio Colombo, Milano Care/Of, Cusano Milanino (MI), 1994
“(…)Le Uova di cemento sono ottenute sostituendo il cemento all’albume e al tuorlo.
L’uovo è l’idea della vita e di cose nuove quindi è augurale, il cemento invece è un materiale ottuso. Qui le vedete alla mostra “Scossa” con Dadamaino, Mariella Ghirardani e Arianna Giorgi, nello spazio Care/of.
L’idea è questa: prendere quello che c’è in giro, la situazione che c’è, ferma, ottusa, grigia e dargli il senso di una materia dura e anonima che può rigenerarsi. Però rompere il cemento è difficile, occorre molta forza, energia, un pulcino non può uscire.
L’idea della vita, l’uovo, è contrastata dal cemento. Le uova di cemento mantengono l’aspetto piacevole dell’uovo, un aspetto candido, sensuale, tenero e magari non ci si accorge della tensione e della drammaticità che esprimono.
Come potete immaginare anche allora intorno era un momento di crisi, di lavoro e di altro. Infatti alla mostra davo l’uovo alle persone che venivano e che potevano essere complici nel lavoro o semplicemente amici, un augurio per la vita ecco.
Oggi le circostanze esterne accentuano la drammaticità dell’uovo di cemento, perché il cemento come metafora di quello che succede e ci sta intorno si è particolarmente indurito.
L’uovo di cemento rimane comunque un incitamento(…).