Panca (1), 1982

Malta, polvere di marmo, legno, colori da parete, terre. Esposta alla Biennale di Venezia nella sezione Aperto 82, a cura di Tommaso Trini, l’opera è realizzata a più mani da Piero Almeoni, Rolando Chiodi, Fabrizio Crivelli, Mariella Ghirardani, Raffaele Proto, Luisa Protti, Luca Quartana, Adriano Trovato. Ph© Archivio Luisa Protti, Milano

Filologiae (2), 1983

Esposta nella Sacrestia Bramantesca di Santa Maria delle Grazie a Milano, è un lavoro a più mani realizzato da: Piero Almeoni, Enzo Buonaguro, Matteo Donati, Raffaele Proto, Luisa Protti, Luca Quartana, AdrianoTrovato, a cura della Casa degli Artisti. Parti che compongono l’opera: un cesto con quattro fascioni in giunco, una cornice di legno tra cui è interposta su un lato una fascia con un intreccio geometrico a gessetto su carta da pacco e, nel lato opposto, una serie di “paesaggi” a tempera su supporti di carta ai cui bordi si sovrappongono “trine” in ottone, il tutto poggia su un perno ed è appeso alle travi sotto la volta. Il soggetto di Filologiae è la volta affrescata della Sacrestia bramantesca e leonardesca di Santa Maria delle Grazie a Milano. Il cesto e i nodi sono eseguiti insieme da Luisa Protti e Adriano Trovato. Ph© Francesca De Col Tana

(1)Panca
“(…)La Panca è una realizzazione del Cantiere (la quarta). In ciò la Casa consiste in questo momento. Cantiere o logica nella costruzione. Cantiere vorrà dire costruire delle persone che sono in grado di risolvere quello che l’Arte ha dovuto demandare, di cui ha incaricato gli altri. La forma del Cantiere è venuta nella Casa nel momento in cui si è capito di dover contrastare il concetto dell’artista come ideatore di opere modeste, o nell’impatto, o nell’esecuzione, o nell’esposizione.
Il sedile, lo schienale, le colonnine di sostegno della voluminosa Panca uniscono vari contributi individuali in modo anonimo, con l’idea di far risuonare il lavoro in sé.” (Jole de Sanna)

(vedi Casa degli Artisti, Cronistoria dal 1978 al 2003, a cura di Luciana Trombetta, relatore Luciano Fabro, Per l’Arte 19, Edizioni Casa degli Artisti, Milano).

(2)Filologiae
“(…) Ogni cosa è formata, è come è e segue un processo, c’è un filo logico che ordina tutte le cose e che le fa essere in quel modo, allora si deve risalire al processo che crea le forme. Per esempio quando noi abbiamo fatto il cesto, siamo partiti studiando l’intreccio dipinto, fino a che non abbiamo trovato il materiale, il giunco, che poteva ricreare lo stesso effetto con lo stesso senso di leggerezza. Questo è filologico, non copiare ma ricreare una forma che rinnovi una lingua. Infatti in questa fase di ricerca abbiamo scoperto che gli intrecci scolpiti nelle cattedrali medioevali erano fatti osservando un modello di giunco intrecciato.” (L. Protti)

(vedi Casa degli Artisti, Cronistoria dal 1978 al 2003, a cura di Luciana Trombetta, relatore Luciano Fabro, Per l’Arte 19, Edizioni Casa degli Artisti, Milano).