
Per rivalutare la £ira 3 (a Jole de Sanna), 2005
Vetro, acqua, marmo di onice smeraldo, sassi marini, uova di cemento leggermente chiazzate di colore. Cm. 55x120x 100 circa Ph© Claudio Citterio, Varese Antico Arsenale di Bertonico, Lodi, 2005
(1)Per rivalutare la £ira 1
Monete, catene, acqua, sassi marini, fili: simboli politici e storici, simboli di schiavitù, di fame e di sete, di povertà e di ricchezza, di luoghi. Scolpiti dentro le cose, subiscono un incantamento: trasformati in un tesoro profondono ricchezza e splendore.
Anche la Porta dei Leoni a Micene afferma la propria bellezza e il trionfo sulla distruzione.
Il vaso di vetro abbastanza ampio e colmo d’acqua fino all’orlo: per pensare alla sazietà ma anche alla sete, alla calma, alla serenità, alla generosità, alla limpidezza.
Matasse di catene: ciò che tiene, chiude, imprigiona, è abbandonato in libertà, una scia sinuosa, inerte e plastica, abbandonata sul mare di sassi.
I sassi marini: un misto di terra e acqua, minerali, sensazione di vastità, disegni, facce, forme, macchie e una superficie dalla luminosità polverosa.
£ira: la povera moneta d’Italia è anche antico e dolce strumento musicale, è anche simbolo di poesia, è anche uccello, è anche costellazione. In qualsiasi mano passi essa conserva la memoria storica e artistica di questo paese.
Vetri: grandi caramelle alla menta, verdi, densi e trasparenti, ricordano l’acqua di un bel fondale marino.
Fili: sono l’erba del lavoro, la sua parte segreta, la sua continuità nell’aria…la sua casa.”
In SACCO, edizione Casa degli Artisti, Milano, nuova edizione, giugno 1996
(2)Per rivalutare la £ira 2
Avevo già realizzato Per rivalutare la £ira 1 ed era l’epoca, come avrete immaginato, della svalutazione della £ira, essendo in Germania con il sostegno economico del Baden Wuttemberg e con il marco non svalutato, ho immaginato (credendo nei riti propiziatori) un pioggia d’oro ma sottoforma di marchi tedeschi, cioè ho immaginato che le povere quattro lire di Per rivalutare la £ira 1 si moltiplicassero in due milioni di lire ma prendendo l’aspetto di marchi, un Giove pluvio di marchi ed io una Danae a riceverli sul mio letto dello Schloss Solitude. Alla banca mi hanno dato le monete (1500 D.M.) nel bosco attorno allo Schloss avevo intravisto un tronco che sembrava un capitello, c’era la neve e le foglie e il terriccio bagnato apparivano proprio come le monetine dei marchi e la neve come lenzuola candide. Insieme alle monete e alle lenzuola ci sono ramoscelli, qualche uovo di cemento, c’è una piccola forbice e altro, c’è un cuscino e una delle lenzuola è un “Acromo”, a un certo punto si può vedere anche un buco nero ecco; questo è un bicchiere con dell’acqua con il cucchiaino spalmato di pongo che mette a fuoco l’immagine di una sorta di piccola fonte per un insetto colorato o goloso, infatti suggerisce oltre al resto di un gelato i colori di un insetto.
In un testo dico “…È come se la natura in parte si presentasse così come è (ramoscelli, tronco, arbusti, acqua) e in parte si trasformasse in cose (monete, bicchiere, letto, fili, forbicetta,..) o viceversa. Il tronco può far pensare a un capitello cresciuto in un bosco”
“… ho adoperato ciò a cui è stato tolto valore e che è diventato simbolo di degradazione per riscattarlo attraverso il lavoro”
Oggi c’è l’euro, non esistono più né £ira né marco e quelle monete diventano il simbolo di un’epoca, un ricordo, una superficie metallica pesante e forse acquisteranno valore economico come oggetti da collezionismo.
Allora potevi rubarle, infatti c’era qualcuno che aveva rubato qualcosa…
Estratto, in SACCO, EDIZIONI CASA DEGLI ARTISTI MILANO, 9 DICEMBRE 1996 e in CASA DEGLI ARTISTI MOSTRE 1997, Per l’arte 7, EDIZIONI CASA DEGLI ARTISTI, MILANO, 1997.
(3)Il pianto della £ira sull’Euro
Le poche £ire rimaste sono “bevute” e “piante” da un grumo di terra dalla superficie argentata.